Abbazia di Acquapagana

L’abbazia camaldolese di San Salvatore è citata dalle fonti almeno dal 1023, anche se la tradizione vuole che sia stata fondata nei pressi di una sorgente di acque terapeutiche poco dopo l’anno Mille da San Romualdo, abate fondatore dell’eremo di Camaldoli.
La struttura attuale conserva le forme del gotico umbro duecentesco con un bel portale d’ingresso e rosone liscio superiore e con contrafforti e monofore ai lati. All’interno sono visibili importanti affreschi di scuola umbro-marchigiana databili tra il XIII e il XVII secolo e un dipinto della Madonna di Loreto del 1572 attribuita a Camillo Angelucci di Mevale. L’altare lungo la parete destra è stato realizzato per custodire le reliquie del Beato Angelo, eremita camaldolese che visse in una grotta sulle pendici del Monte Tolagna fino al 1313, anno della sua morte. La prima realizzazione dell’altare, di cui si intravedono alcuni affreschi, forse si deve datare già al trecento, mentre l’aspetto attuale è dovuto all’intervento di Emilio Bonaventura Altieri (poi papa Clemente X) che fece ricomporre le reliquie nel 1630. Infine a destra dell’altare principale una piccola nicchia conserva all’interno una tazza in maiolica che la tradizione locale riferisce essere stata usata dal Beato Angelo.
Sulla controfacciata si erge il bellissimo organo settecentesco di Antonio Fedeli su una tribuna lignea interamente dipinta con soggetti a tema.

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