Arte e storia

Situato all’imbocco della valle del fiume Chienti in un punto di passaggio cruciale tra la catena appenninica e il versante adriatico, il centro abitato occupa una porzione di territorio tra le catene dei monti dominate a sud dal massiccio del Monte Prefoglio (m. 1322 s.l.m.) e a nord da quello del Monte Maggio (m. 1236 s.l.m.), lungo l’asse viario della S.S. 77 “Val di Chienti”. Già in epoca repubblicana (III-II sec. a.C.) l’area risulta strutturata lungo un asse viario con edifici adibiti a punto di sosta e di alloggio (mansiones) sull’itinerario di collegamento tra l’altopiano plestino e il territorio camerte. In età tardo-antica la zona è direttamente interessata dalle rovinose incursioni e dai passaggi di truppe degli eserciti invasori che attraversarono la penisola a partire dal V-VI secolo, come i Goti, i Bizantini e i Longobardi. Questi ultimi rivitalizzarono il tracciato viario come arteria interna al Ducato di Spoleto nella direttrice della “Via della Spina”. E’ con l’età comunale che Serravalle diventa una fortezza strategicamente importante per Camerino, in quanto situata all’incrocio delle zone di influenza dei comuni di Nocera, Spoleto e, soprattutto, Foligno. I tre castelli di Serramula, Tufo e Serravalle, sorti tra il XII e gli inizi del XIII secolo, entrano a far parte del sistema difensivo dello stato camerte nel 1240 in seguito alla donazione da parte del cardinale Fieschi (futuro papa Innocenzo IV) in piena guerra tra guelfi e ghibellini. In particolare la fortezza di Serravalle, i cui resti sono visibili nella frazione Castello, era stata realizzata a sbarramento della strada e, attraverso due porte fortificate, esercitava l’imposizione di un pedaggio per merci e viandanti. Numerosi sono gli episodi storici legati alla fortezza camerte nel passaggio di truppe per tutto il XIV e XV secolo. Il castello di Serravalle, l’unico di cui ancora si possono ammirare le vestigia, era costituito da un perimetro esterno a forma di quadrilatero irregolare dominato da 5 torri, di cui 3 allineate sul lato orientale della strada che da Castello saliva verso l’altopiano. Una di queste si conserva ancora in alzato dopo un intervento di restauro moderno.
Agli inizi del ‘500 il luogo è importante stazione di sosta lungo la Via Lauretana, come testimoniano le numerose edicole votive della Madonna di Loreto sorte lungo il percorso e l’Ospedaletto dei Pellegrini, situato al centro del paese, di cui restano la facciata due-trecentesca, con porta ad arco acuto e caratteristica “porta del morto” a lato e le tracce di un affresco di Madonna con Bambino. Insieme alle costruzioni adiacenti, l’edificio costituiva un importante complesso per il ricovero dei pellegrini i cui beni alla metà del ‘500 furono annessi a quelli dell’ospedale di Camerino.
La Chiesa Parrocchiale di Santa Lucia, di origine duecentesca, è ad unica navata e d’impianto monastico con tracce visibili ancora nella sagrestia. Ha subìto molti rimaneggiamenti nel corso dei secoli e conserva affreschi del Vecchio e Nuovo Testamento tra cui quelli seicenteschi della volta di sapore michelangiolesco con Profeti e Sibille di Simone De Magistris.
Nei pressi del palazzo comunale, infine, è il Laboratorio Paleontologico allestito dall’Università di Camerino con la Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche, dove sono esposti i reperti fossili provenienti dai siti di Colle Curti e Cesi.

Fonte delle Mattinate e Altopiano plestino
Giacimenti fossili di Colle Curti e Cesi
Insediamenti fortificati e municipio romano di Plestia
Brogliano
Cesi
Madonna del Piano
Corgneto e Costa
Rocca di Percanestro e Castello d’Elce
Gelagna Alta e Copogna
Abbazia di Acquapagana
San Martino e Madonna del Sasso

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